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RELAZIONE AL PROGETTO DI BILANCIO PER L'ANNO FINANZIARIO 2011 E PER IL TRIENNIO 2011-2013

Onorevoli Colleghi! - Nel rispetto dei termini fissati dall'articolo 2, comma 5, del nuovo Regolamento di amministrazione e contabilità che, recependo la prassi degli ultimi anni, stabilisce che l'Ufficio di Presidenza deliberi il progetto di bilancio annuale di previsione entro il 31 dicembre ed entro il successivo 31 marzo la nota di variazione conseguente alle operazioni di chiusura dell'esercizio precedente, e secondo il disposto del comma 8 della citata norma regolamentare viene sottoposto, ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento della Camera dei deputati, il documento contabile così risultante alla discussione e votazione dell'Assemblea, la cui calendarizzazione è riservata alla competenza della Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
Nell'impostare il presente progetto di bilancio, il Collegio dei Questori ha preso le mosse dalla linea di forte rigore che aveva caratterizzato il bilancio interno triennale 2010-2012, in cui si è fissato anche per il 2011 il vincolo della crescita zero della dotazione della Camera dei deputati, che rimane quindi per un intero triennio al medesimo livello raggiunto per l'anno 2009, e cioè 992,8 milioni di euro.
Questa decisione, già in se stessa senza precedenti nella storia repubblicana se riferita a più di un esercizio finanziario, determina per il bilancio dello Stato risparmi aggiuntivi rispetto a quelli, quantificabili in oltre 300 milioni di euro, derivanti - come evidenziato nella relazione al progetto di bilancio interno 2010 (Doc. VIII n. 6) - dalla riduzione della dinamica di crescita della dotazione della Camera nel quinquennio 2006-2010.
Il progetto di bilancio 2011, tuttavia, sconta un'ulteriore misura, anch'essa particolarmente significativa, che consiste nella restituzione al bilancio dello Stato di una somma pari a 60 milioni di euro nel triennio 2011-2013.
L'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, prevede infatti che, per gli anni 2011, 2012 e 2013, siano versati al bilancio dello Stato (per essere riassegnati al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato) gli importi corrispondenti alle riduzioni di spesa che, anche con riferimento alle spese di natura amministrativa e per il personale, sono state autonomamente deliberate entro il 31 dicembre 2010, con le modalità previste dai rispettivi ordinamenti, dalla Presidenza della Repubblica, dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei deputati e dalla Corte costituzionale.
Gli organi di direzione politica della Camera - ancor prima della conversione del decreto-legge appena ricordato - si sono incontrati con gli omologhi organi del Senato, per definire gli indirizzi che, nell'esercizio della loro autonomia costituzionale, le Camere avrebbero seguito per ridurre la spesa, nonché le modalità attraverso cui conseguire l'obiettivo.
In tale occasione è stato ribadito che la partecipazione delle due Camere allo sforzo complessivo cui è chiamato il Paese non dipende dal fatto che le spese sostenute per l'attività parlamentare siano eccessive o improduttive, trattandosi - al contrario - di costi essenziali per il funzionamento della democrazia; essa risponde ad un doveroso senso di responsabilità che ha connotato già da tempo l'azione delle Camere, che nell'ultimo triennio hanno - come è noto e sarà ricordato anche in prosieguo - incisivamente contenuto la dinamica di crescita della propria dotazione, assicurando in tal modo una riduzione dell'onere per l'erario.
In quella stessa occasione fu preannunciato che le misure di riduzione della spesa avrebbero riguardato i seguenti ambiti: a) trattamento economico dei parlamentari; b) trattamento retributivo del personale in servizio e trattamento di quiescenza; c) stanziamenti di bilancio a carattere non vincolato.
Alla fine di luglio 2010, l'Ufficio di Presidenza della Camera ha quindi stabilito le linee di intervento per il prossimo triennio 2011-2013:

A) trattamento economico dei deputati: si è ritenuto di incidere sugli emolumenti strumentalmente connessi all'esercizio del mandato, essendosi già più volte intervenuti in riduzione sulla indennità parlamentare nel corso degli ultimi anni; l'importo attuale dell'indennità (pari a 11.703,64 euro mensili lordi e a 5.486,58 euro mensili netti) corrisponde alla misura vigente nell'anno 2006, come risultante a seguito della riduzione del 10 per cento stabilita dall'Ufficio di Presidenza, secondo quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2006. Va, inoltre, ricordata la mancata applicazione, alla sola Camera dei deputati, dell'adeguamento relativo all'anno 2007 (+2,58 per cento), mentre la legge finanziaria per il 2008 ha bloccato per il quinquennio 2008-2012 ogni meccanismo di rivalutazione dell'indennità. In tale quadro l'Ufficio di Presidenza ha stabilito per il triennio 2011-2013 la riduzione mensile di 500 euro della diaria di soggiorno nonché un'identica riduzione del rimborso forfetario delle spese sostenute per il mantenimento del rapporto eletto/elettori;

B) trattamento retributivo dei dipendenti e trattamento di quiescenza: riduzione del 5 per cento delle retribuzioni sopra i 90 mila euro e del 10 per cento di quelle sopra i 150 mila euro negli anni 2011, 2012 e 2013; sospensione, nel medesimo triennio, dei meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni; riforma del sistema pensionistico, basata su criteri restrittivi che comportano per il personale della Camera un significativo inasprimento dei requisiti per il pensionamento di anzianità;

C) per le spese non vincolate, la decisione è stata rimessa al bilancio di previsione oggi in esame ed è stata attuata mediante una pluralità di interventi, esposti in una tabella allegata al progetto di bilancio triennale.

In relazione alle suesposte linee di intervento la Camera, come si è detto, si è impegnata a restituire in tre anni al bilancio dello Stato una somma complessiva di 60 milioni di euro. Non sfuggirà, peraltro, che tale restituzione costituisce una maggiore entrata per il bilancio dello Stato, rivestendo peraltro tecnicamente la natura di spesa per il bilancio della Camera. Di tale circostanza si terrà conto nella successiva illustrazione del progetto di bilancio.
Il dettaglio delle voci che compongono la somma di 60 milioni di euro risulta nella tabella allegata al bilancio triennale 2011-2013, cui pertanto si rinvia. In questa sede basta sinteticamente rilevare che:

il totale delle risorse derivanti dagli interventi sul trattamento economico dei deputati è pari a 7,56 milioni di euro in ciascun esercizio, per un totale di 22,68 milioni di euro;

il totale delle risorse derivanti dagli interventi sul trattamento retributivo dei dipendenti ammonta a 6,93 milioni di euro nel 2011, a 9,14 milioni di euro nel 2012 e a 7,15 milioni di euro nel 2013, per una somma complessiva di 23,23 milioni di euro;

il totale delle risorse derivanti dagli interventi sulle spese non vincolate è di 5,50 milioni di euro nel 2011, di 3,29 milioni di euro nel 2012 e di 5,28 milioni di euro nel 2013, per un importo complessivo di 14,08 milioni di euro.

Sotto il profilo metodologico, nel progetto di bilancio le somme da versare al bilancio dello Stato ai sensi del citato articolo 5 del decreto-legge n. 78 del 2010 sono partitamente esposte all'interno dei capitoli interessati, con l'introduzione di una specifica sottovoce graficamente evidenziata in corsivo; il quadro complessivo della manovra è dettagliatamente riepilogato nella già menzionata tabella allegata al bilancio triennale.
Passando ad una sintetica illustrazione dei dati finanziari più rilevanti, della crescita zero della dotazione anche nel 2011 si è già detto più sopra; quanto alle previsioni di competenza delle diverse categorie di spesa, esse da un lato rispecchiano - come è ovvio - gli obiettivi gestionali esposti nell'allegato Programma dell'attività amministrativa, cui si rinvia, dall'altro testimoniano la determinazione con cui è perseguita una politica di rigorosa gestione, che peraltro non penalizza l'efficiente funzionamento dell'Istituzione parlamentare.
Nel bilancio preventivo del 2011 il tasso di crescita della spesa effettiva, riferita cioè ai Titoli I e II (rispettivamente, spese correnti e in conto capitale), è infatti pari all'1,01 per cento, significativamente al di sotto del tasso di inflazione programmata che la Decisione di Finanza Pubblica per il 2011-2013 indica - come è noto - per l'anno in corso all'1,5 per cento. Alla testè ricordata modesta percentuale di crescita della spesa si fa fronte, ai fini del pareggio di bilancio, tramite l'utilizzo di quota dell'avanzo di amministrazione. È, comunque, da sottolineare che nella percentuale appena citata sono compresi anche i 20 milioni che verranno versati all'entrata del bilancio dello Stato; al netto di tale quota, la variazione della dinamica della spesa effettiva risulta pari a -0,81 per cento.
Per il 2011, la categoria I (Deputati), con una previsione di 167 milioni di euro, resta ancorata ai medesimi valori dell'anno precedente per effetto del già ricordato blocco per cinque anni - previsto dall'articolo 1, comma 375, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 - dell'indennità parlamentare. Peraltro, considerando gli effetti degli interventi, sopra ricordati, sul trattamento economico dei deputati, si registra una riduzione del 10,43 per cento della spesa del capitolo 5 (Rimborso delle spese sostenute dai deputati per l'esercizio del mandato parlamentare).
Nella categoria II (Deputati cessati dal mandato) le previsioni, pari a 139 milioni di euro, rimangono invariate rispetto al 2010.
Lo stanziamento della categoria III (Personale in servizio) ammonta a 283,6 milioni di euro, con una diminuzione dello 0,74 per cento rispetto al 2010. In tale quadro, considerando gli effetti dei citati interventi sul trattamento retributivo dei dipendenti, vi è una riduzione del 4,08 per cento della spesa del capitolo 25 (Retribuzioni del personale); è inoltre da rilevare che per tale capitolo, rispetto al dato tendenziale di 243,5 milioni di euro, riportato per il 2011 nel bilancio triennale 2010-2012, la spesa prevista, al lordo della quota da versare al bilancio dello Stato, scende a 235,5 milioni di euro.
Le previsioni della categoria IV (Personale in quiescenza) si attestano a 210,1 milioni di euro, con una crescita del 6,33 per cento sulle previsioni dell'anno precedente, da considerarsi frutto di un «effetto rimbalzo» del blocco dei pensionamenti che in questo ramo del Parlamento ha interessato larga parte del 2010.
Per quanto riguarda la categoria V (Acquisto di beni e servizi) le previsioni di spesa ammontano a 181,3 milioni di euro, con un incremento pari allo 0,80 per cento, ben al di sotto del tasso di inflazione programmato e confermando in tal modo il carattere strutturale dei tagli operati. Al netto della quota da versare al bilancio dello Stato la variazione percentuale risulta pari a -0,71.
La categoria VI (Trasferimenti) cresce dell'1,53 per cento, con previsioni per complessivi 37,9 milioni di euro.
Le previsioni della categoria VII (Spese non attribuibili) ammontano nel complesso a 51,8 milioni di euro e registrano rispetto al 2010 un decremento dell'1,62 per cento.
Il previsto aumento dell'1,09 per cento del comparto della spesa corrente (Titolo I) è ovviamente al lordo delle quote da versare al bilancio dello Stato, tenendo conto delle quali la variazione è negativa, risultando pari a -0,55 per cento.
Sul versante della spesa di parte capitale, la categoria VIII (Beni immobiliari), con una previsione di 19,3 milioni di euro, registra un decremento del 2,58 per cento rispetto all'anno precedente. Gli stanziamenti appaiono comunque sufficienti per affrontare i programmati interventi di ammodernamento e miglioramento delle sedi, negli ultimi anni oggetto soprattutto di politiche volte a migliorarne l'accessibilità, la sicurezza e il risparmio energetico.
Resta invece stabile la categoria IX (Beni durevoli), di importo pari a 11,2 milioni di euro.
Nella categoria X (Patrimonio artistico, bibliotecario e archivistico storico) la previsione di 1,5 milioni di euro evidenzia un decremento del 5,28 per cento.
La categoria XI (Somme non attribuibili), costituita unicamente dal capitolo relativo al Fondo di riserva di parte capitale, reca uno stanziamento pari a 5 milioni di euro.
Il Titolo II (Spese in conto capitale) è previsto in diminuzione dell'1,29 per cento, al lordo dei 2,61 milioni di euro che saranno restituiti al bilancio dello Stato.
Le disponibilità finanziarie allocate nel fondo di riserva di parte corrente e in quello di parte capitale, pari nel complesso a 13,6 milioni di euro, rappresentano importi non particolarmente elevati (l'1,23 per cento del totale delle spese previste nell'esercizio), in lieve diminuzione rispetto all'esercizio precedente, sufficienti tuttavia a far fronte alle esigenze che si potranno verificare nel corso della gestione.
Le partite di giro (Titolo III) ammontano nel loro complesso a 422,4 milioni di euro, di cui 140,3 milioni di euro sono riferiti ai previsti rimborsi elettorali ai partiti e movimenti politici.
Come di consueto, le previsioni di cassa che accompagnano quelle di competenza sono espresse in termini di somma tra queste ultime e i residui. L'importo complessivo dei residui passivi è il più basso del decennio, come evidenziato nella relazione al conto consuntivo 2010 (Doc. VIII n. 7).
Per quanto attiene, infine, agli esercizi successivi compresi nel bilancio triennale, la dotazione per il 2012 torna, dopo due anni di crescita zero, a salire di una percentuale pari al tasso di inflazione programmata, raggiungendo per tale anno l'importo di 1.007,7 milioni di euro; la dotazione per l'anno 2013 è stata quantificata in 1.022,8 milioni di euro, anch'essa con un incremento pari al tasso di inflazione programmata per tale anno. Le spese effettive previste nel biennio 2012-2013 risultano nel loro complesso rispettivamente di 1.118,8 e di 1.151,1 milioni di euro, con una percentuale di crescita dello 0,97 per cento nel 2012 e del 2,88 per cento nel 2013, anno di scadenza naturale della XVI legislatura.
Si precisa che il suddetto ammontare delle spese effettive nel biennio 2012-2013 è al netto delle partite di giro e al lordo dei 40 milioni di euro che, come stabilito, saranno restituiti al Tesoro nel biennio stesso.
Il doveroso protrarsi della fase di forte contenimento delle spese interne, frutto dell'opera di razionalizzazione strutturale portata avanti negli ultimi anni con l'obiettivo di coniugare rigore finanziario e piena funzionalità dell'Istituzione parlamentare, rappresenta indubbiamente una sfida impegnativa, che può essere superata con successo attraverso il costante incremento dell'efficienza amministrativa e la migliore allocazione delle risorse; in questo quadro risulta senz'altro prezioso il contributo - anche in termini di stimolo e suggerimenti - dei colleghi, dai quali si confida possa venire, quando sarà calendarizzato l'esame in Aula del presente progetto di bilancio interno, un largo e convinto consenso.

I deputati Questori
Francesco Colucci
Antonio Mazzocchi
Gabriele Albonetti